Questo numero 100 di “ACSI Magazine” esce il 15 ottobre 2022 per celebrare l’esordio della startup mediatica il 15 ottobre 2017. L’house organ nasceva quale catalizzatore interattivo e multimediale di sinergie: l’orgoglio delle radici, l’imprinting dell’appartenenza, la forza dell’identità, l’empatia della fidelizzazione, la visione del “new deal” fra motivational boost e pragmatismo. Ascoltava, interpretava e rappresentava l’eclettica attività delle strutture decentrate ACSI in costante ascesa. Si avvertiva l’esigenza di connettere e di integrare i linguaggi fra i gangli centrali e periferici del corpo associativo: una proficua reciprocità per attivare la rete dialettica del confronto affinchè le linee programmatiche e progettuali fossero collegialmente elaborate, condivise e diffuse.
Il progress di “ACSI Magazine” ha sensibilizzato nuovi targets di riferimento in controtendenza nel panorama mediatico dominato dal dualismo o dal monismo. “ACSI Magazine” è, al contrario, democraticamente pluralista in quanto ritiene che lo sport di base – avulso da strumentalizzazioni sinistrofile o destrofile, laiche o confessionali – debba essere trasversale e “non allineato”. In sostanza deve essere interpretato quale presidio valoriale “super partes” al servizio incondizionato di quella comunità di alto profilo etico e sociale sovente auspicata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nell’Italia patologicamente conflittuale e duale tuteliamo lo sport di base libero, autonomo, sempre più interconnesso con le dinamiche della nostra contemporaneità.
“ACSI Magazine” è un osservatorio attento sul grande sommerso di associazioni sportive dilettantistiche, cooperative, imprese sociali che si autogestiscono dal basso e diventano protagoniste di una rivendicazione “civica e sussidiaria” capace di rispondere alle emergenze della società complessa. Il welfare sportivo dell’ACSI è in prima linea per svolgere un ruolo di prevenzione, complementarità ed inclusione nell’area del disagio giovanile, nelle periferie degradate delle grandi conurbazioni, negli IPM (Istituti Penali Minorili), nelle enclaves delle diversità e delle apartheid (razziali, etniche, religiose), nelle corsie dei degenti terminali, nelle strutture mediche sperimentali in primis “ACSI onlus” contro la sarcoidosi (malattia idiopatica multisistemica) ed “ACSI Angeli Noonan onlus” contro la sindrome di noonan (patologia genetica rara).
“AICS Magazine” valorizza – con una solidale vocazione di prossimità – lo straordinario patrimonio delle risorse umane nel quadro di una mobilitazione permanente per tutelare e legittimare le società sportive di base, il benessere psicofisico delle nuove generazioni, la qualità della vita per tutti i cittadini senza discriminazioni di censo e di età. L’house organ dell’ACSI non è soltanto informazione. E’ anche sussulto civile, pressing incalzante e denuncia censoria contro i processi degenerativi della nostra contemporaneità: il narcisismo protervo della partitocrazia, il settarismo ideologico dei media, l’impotenza perniciosa della burocrazia, l’irreversibile lacerazione delle disuguaglianze sociali, la criminale correità delle istituzioni mentre la morfologia del nostro Paese viene “atavicamente” deturpata dal dissesto idrogeologico, dall’emergenza climatica, dall’abusivismo edilizio, dallo smaltimento illegale dei rifiuti tossici inquinanti delle ecomafie, dai piromani estivi (epigoni nefasti del greco Erostrato), ecc.
Uno scenario desolante invoca il nuovo protagonismo dei movimenti radicati nel territorio che possono e devono ricucire lo strappo fiduciario fra la società civile ed i palazzi del potere. “ACSI Magazine” apre costantemente una finestra conoscitiva sull’Italia che non si arrende. “Mala tempora currunt”: la coerenza, la continuità, lungimiranza sono ormai 6 personaggi pirandelliani in cerca d’autore. La subcultura contraddittoria dei presunti “guru” saccenti infesta la rete social contagiando effimere platee psicolabili. Contro la demagogia logorroica ed insulsa della nostra epoca occorre ripristinare il saggio aforisma “verba volant, scripta manent”. L’archivio di “ACSI Magazine” – sul sito istituzionale www.acsi.it – testimonia “pragmaticamente” 100 numeri, 3.000 pagine, 2.000 eventi, 650 spazi condivisi con i partner associativi, 75 focus tematici con un qualificato e documentato ventaglio di approfondimenti.
Sopravvive un dogmatico conformismo sportivo che si ritiene immune dallo tsunami pandemico, bellico, economico, sociale, ambientale che traumatizza il nostro pianeta. Abbiamo il diritto di stigmatizzare il gotha delle caste “intoccabili”. Abbiamo il dovere di denunciare le multinazionali sportive che inquinano e dilapidano ingenti risorse (il calcio in Europa genera 750mila tonnellate all’anno di rifiuti: il recente eurocalcio ha causato 450mila tonnellate di CO2). Le olimpiadi sono ormai anacronistiche con budgets stratosferici che sono un insulto blasfemo alle popolazioni reiette nelle aree carestiose e siccitose del terzo e del quarto mondo (libro-shock “I costi delle olimpiadi” di Pietro Mennea – Delta 3 Edizioni 2012).
Milioni di bambini nel Corno d’Africa e nel Sahel – denuncia l’UNICEF – continuano a morire a causa della grave malnutrizione e delle epidemie trasmesse dall’acqua non potabile mentre a Roma le fontane sono un avvilente, imperdonabile inno allo spreco. I miliardi delle olimpiadi potrebbero essere investiti in un “ponte aereo” umanitario per trasportare derrate alimentari e container di acqua. Un aereo cargo militare impiega 15 ore di volo da Roma al Corno d’Africa (soltanto 15 ore per strappare il sorriso di un bimbo dal tragico karma che colpevolizza l’immaginario collettivo del nord del mondo). Ogni 5 secondi – denuncia Save the Children – si spegne l’energia vitale di un bambino. E’ un genocidio ignorato dall’ignavia della società opulenta radiografata dall’economista John Kenneth Galbraith. Nella memoria akashica delle future generazioni resterà una criminosa, indelebile “omissione di soccorso”: l’urlo di Munch imprimerà per sempre il suo orrore nella coscienza planetaria.
“ACSI Magazine” celebra i primi cento numeri e continua il suo percorso fra due ali crescenti di stakeholders assiepati sui tornanti delle nuove sfide mediatiche. Dallo straordinario humus “demoetnoantropologico” del territorio emerge una pressante domanda di speranza civile e di sport partecipato dal basso. “ACSI Magazine” intende dare voce alla “stoica” resilienza delle società sportive dilettantistiche – antesignane di cittadinanza attiva e di coesione sociale – che interpretano la purezza primigenia dello sport per riscattare l’orgoglio assopito del nostro Paese con un tellurico e terapeutico risveglio (etico, sociale, culturale, ambientale).
Enrico Fora
Condirettore Acsi Magazine