Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, parla del ruolo del giornalismo sportivo in occasione del suo intervento realizzato per i 25 anni di vita dell’Annuario della Stampa Sportiva Italia.
“Lo sport è vita, dice uno slogan molto efficace usato da tempo. È vero, lo sport non è solo spettacolo e business, lo sport è partecipazione, coinvolgimento, etica, rispetto. I cronisti sportivi lo sanno bene, anche quando devono fare – giustamente – i conti con il lato “oscuro” dello sport: gli scandali delle grandi società, il tifo violento, gli episodi di discriminazione razziale che a volta accadono nelle piccole società, fra giovanissimi e meno giovani.
Il giornalismo sportivo è una parte rilevante della nostra professione e svolge un ruolo che va oltre la semplice cronaca. I venticinque anni di vita dell’Unione della Stampa Sportiva Italiana dimostrano quanto questo settore sia centrale: ha sempre raccontato lo sport in tutti i suoi aspetti e deve continuare a farlo. L’Ordine scende in campo per chiedere regole precise e professionalità per chi deve raccontare gli eventi sportivi al Paese e lo fa nella consapevolezza di quanto sia importante avere una informazione professionale di qualità nel campo dello sport. I giornalisti non fanno solo telecronaca, stimolano discussione, analisi e retroscena, ma sempre con autonomia e cercando di non nascondere i fatti; nonostante qualcuno vorrebbe che la comunicazione sportiva, come in altri settori, diventi appannaggio del marketing.
In questo contesto l’USSI svolge un ruolo di grande rilievo sia nel suggerire una traiettoria di equilibrio per il giornalismo sportivo, che nell’esercitare una vigilanza affinché vi sia la piena agibilità per gli iscritti all’Albo.
Dobbiamo continuare a essere garanti di correttezza ed equilibrio, sia nel linguaggio che nel pluralismo dell’offerta informativa. Dobbiamo mostrare tutte le facce del mondo dello sport e raccontare le storie dei grandi campioni e quelle di chi affronta sfide impegnative per raggiungere traguardi.
Lo sport è vita e il giornalismo lo deve raccontare allargando gli orizzonti così come gli educatori hanno il compito di ampliare le prospettive degli alunni e degli studenti.
Negli ultimi anni abbiamo assistito alla crescita di attenzione sugli sport minori e sulle categorie meno considerate. Dalla ginnastica, alla pallavolo, all’atletica e via dicendo, cresce l’attenzione sulle discipline con meno appeal, eppure molto diffuse, grazie ad una maggiore attenzione da parte dei media. Non è sempre facile né agevole. Le regole del mercato sono implacabili, eppure pian piano qualcosa si muove. Pensiamo anche al calcio femminile in tv, oppure agli arbitri donne in partite di soli uomini – fenomeno impensabile sino a qualche anno fa – e va dato atto ai colleghi dello sport di aver dato un contributo importante per queste rilevanti innovazioni.
I venticinque anni dell’USSI non sono solo una celebrazione di un passato orgoglioso, ma un invito a proseguire a testa alta la missione perché quello slogan – lo sport è vita – mostri tutta la sua forza e sia da sprone per le nuove generazioni affinché si avvicinino allo sport prima come esperienza di vita e, successivamente, come spettatori”.