Cento anni di Italia in coppa Davis sono un’ottima ricorrenza per ripercorrere la storia del tennis azzurro attraverso i personaggi cardine che hanno caratterizzato le squadre nostrane nella massima competizione mondiale per nazioni di questo sport.
Perché il tennis è la Davis e l’identificazione rimane forte e indissolubile anche con la nuova formula, dai valori della bandiera, al senso di squadra, all’agonismo, alle storie di riscatto e di crisi.
Cento anni sono tanti e sono anche affascinanti, pieni di racconti e di pagine che spiegano il nostro oggi. Cioé il Rinascimento tanto agognato e atteso che ha rilanciato le racchette azzurre al vertice del tennis mondiale e giustifica la concreta speranza di aggiungere un altro trionfo a quello talmente magico del 1976 da ispirare recentemente “Una Squadra”, il fortunato film e l’ancor più fortunata serie tv.
Così è nato il libro FIT-Giunti: “Gli italiani in Coppa Davis”, in libreria dal 23 novembre al prezzo di 35 euro (ma già prenotabile su Amazon)
La prefazione è di diritto di Nicola Pietrangeli, “Mister Davis”, nume tutelare della Coppa, italiana e mondiale, primatista imbattibile, da giocatore, con 164 presenze e 120 vittorie e capitano della squadra campione del 1976.
Quindi il libro FIT-Giunti – il terzo in 3 anni dopo “I Gladiatori della terra rossa” con la storia degli Internazionali d’Italia di Roma e “Maestri per sempre” sul Masters che si disputano dall’anno scorso al Pala Alpitour di Torino – si apre con la storia della Davis azzurra di oggi, dalle ultime partite di quest’anno. Per vivere più intensamente il lungo inseguimento di riscatto dopo tanti anni di difficoltà e tanti altri ancora di pericolosi su e giù, sbandierando orgogliosamente la netta promozione dell’Italia alla fase finale di Davis del 22-27 novembre a Malaga. Perché con Matteo Berrettini, Lorenzo Musetti, Fabio Fognini, Lorenzo Sonego e Simone Bolelli, convocati da capitan Filippo Volandri per lo sprint in Spagna (peccato per l’infortunio di Jannik Sinner…), è una grande squadra per qualità, versatilità e completezza. Supportata, peraltro, da vicinissimo, dai tanti giovani rampanti che fanno dell’Italia la prima nazione al mondo under 21, come dimostra anche la classifica e la promozione per la prima volta di tre giocatori alle Next Gen Finals di Milano. Una super-squadra che rincorre il trionfo del 1976 a Santiago del Cile.
Alessandro Mastroluca ha raccontato come Bologna ha riabbracciato la Davis dopo 46 anni, riproponendo insieme ai risultati l’entusiasmo del pubblico, dei giocatori e dell’ambiente. Perché l’asso nella manica del movimento è il fantastico spirito che s’è creato fra gruppi privati e Fit, uniti da esempi, obiettivi e programmi comuni d’eccellenza dalla dirigenza federale presieduta da Angelo Binaghi. Quest’ultima esperienza fa da trampolino alle finali di Malaga anche con un podcast degli autori, promettendo nuovi interventi e nuovi arricchimenti per chi acquisterà l’opera sfruttando gli spazi del codice QR che verranno colmati a fine novembre.
Luca Bottazzi, ex professionista, oggi allenatore e storico, ha delineato quindi la preistoria, 1874-1914, “La sfida più bella all’alba del Novecento”, e ha quindi ritratto il primo capitolo: 1922-1939, “L’Italia di De Morpurgo, De Stefani e Gaslini: dagli esordi alla vigilia della guerra”. Con le prime due finali interzone azzurre.
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