Filippo Corsini, caporedattore dello sport di Radio Rai, parla di 25 anni di professione in occasione dell’uscita della 25a edizione dell’Annuario Ussi.
“Il lavoro più bello del mondo? Sicuramente sì. Almeno questo pensavo una volta, parliamo di almeno 50 anni fa quando decisi che questo sarebbe stata la mia scelta definitiva. Tutto sommato continuo a pensarlo anche oggi, nonostante le difficoltà, le tante disillusioni e delusioni incontrate in quasi 40 anni di carriera.
Ho dedicato quasi tutta la mia vita a questa meravigliosa professione, percorrendo i primissimi passi al Corriere dello Sport per seguire partite di calcio di seconda categoria. Chilometri e chilometri macinati ogni domenica in giro per il Lazio. Poi la grande avventura con le radio private, il passaggio a Radio Rai che in pratica trasformava il sogno in realtà.
Perché tutto era cominciato con la radio; una passione travolgente che mi folgorò più o meno all’età di 10 anni ascoltando, come tanti altri, “Tutto il calcio minuto per minuto” , la trasmissione per eccellenza; l’unica capace di farti immaginare partite straordinarie, trasformando in eroi senza volto i calciatori di allora.
La fantasia correva veloce insieme all’entusiasmo. Il lavoro più bello del mondo? Si, lo penso anche oggi guardando con occhi diversi una professione che non solo è cambiata radicalmente ma che si porta con sé un carico sempre più pesante di incognite. Il prepotente avvento dei social ha sicuramente cambiato molte cose provocando un livellamento qualitativo verso il basso.
Tutti oggi si ritengono, non solo fruitori, ma soprattutto gestori dell’informazione, di qualsiasi informazione. Senza più verifiche di sorta.
Basta avere in mano un telefonino. Pensate alle interviste e al lavoro di preparazione che dovrebbe sempre esserci dietro ad una buona intervista. Il rapporto con il personaggio del momento; se era un calciatore lo braccavi sin dentro agli spogliatoi per farlo parlare. Quello era il vero capolavoro: riuscire a creare un contatto decisivo e a instaurare un rapporto di fiducia grazie alla tua bravura e alla tua credibilità. Oggi il mondo si è capovolto e si parla per lo più attraverso freddi comunicati stampa delle diverse società. Aride veline fatte circolare prima e dopo gli eventi a seconda della convenienza del momento.
Indietro non si torna, anche se il nostro compito deve essere sempre lo stesso: essere credibili e autorevoli con chi ti ascolta riuscendo a trasmettere entusiasmo e voglia di crederci, sempre, ai giovani colleghi che si avvicinano al mestiere. Questa è la sfida del futuro da vincere a ogni costo”.