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In esclusiva per l’Annuario della Stampa Sportiva Italiana e per AnnuarioMediaSport.it, ecco l’intervento a cura del due volte medagliato olimpico Gabriele Detti, realizzato prima dell’emergenza Coronavirus.

“Sono tranquillo perché per me non è mai stata una pressione, mi diverto nuotando e spero di farlo anche in vasca a Tokyo. Dopotutto ci saranno anche gli 800 stile libero che sono la mia distanza preferita, ma non serve che vi dica di più, solo che vorrei essere ai Giochi con “le mie persone”, il Moro, Ste e Lanc (Stefano Morini, allenatore; Stefano Amirante, fisioterapista; Marco Lancissi, preparatore, ndr). Anche con mamma e babbo che non vennero a Rio ma vorrei con me a Tokyo, sapete che non sono scaramantico. Ho anche degli amici che vivono in Giappone e che mi raccontano di un paese bellissimo: chissà se avrò occasione di visitarlo la prossima estate.. Saprei di avere a che fare con persone molto ospitali e affabili, mica come “quell’elemento” che ci ha rapito a Rio e quasi ci fa saltare i 1500! OK, questa ve la devo spiegare se non avete letto il libro di Greg (Gregorio Paltrinieri, Il peso dell’acqua, ndr): a poche ore dalla finale saliamo sulla navetta e il tipo al volante ci guarda tutti con un’espressione strana, non parla una sillaba d’inglese e pure i volontari, brasiliani come lui, devono sbracciarsi per dargli indicazioni. Fortuna che dal villaggio olimpico all’arena del nuoto ci vuole solo un quarto d’ora, però l’autobus mica si ferma, tira dritto e nessuno che sia in grado di far ragionare sto disgraziato. Dove stiamo andando? In una favela… Ci stanno rapendo? Forse, ma il vero problema è che il Moro mi chiama per sapere dove siamo finiti e vaglielo a spiegare… Facciamo un’ora di strada, la navetta finalmente si ferma e l’autista ci dice «Eccoci qua» con un cenno di sorriso: guardiamo fuori e siamo allo stadio dell’atletica. Non ci credo: risaliamo, un’altra ora di strada e s’arriva all’arena del nuoto, ma nemmeno stavolta si ferma… Non è un rapimento, è una barzelletta, stavolta gli urliamo contro ma niente. Non ci crederete, ci ha riportato al villaggio olimpico e che liberazione: corriamo giù, prendiamo un taxi e andiamo in piscina: Greg medaglia d’oro, io di bronzo. Tre ore di panico ma in fondo ne è valsa la pena, no?”

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