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Vito dell’Aquila, oro nel Taekwondo alle Olimpiadi di Tokyo 2020, racconta in esclusiva per i lettori di AnnuarioMediaSport.it le emozioni provate alla rassegna a 5 cerchi.

“Per raggiungere la vetta olimpica deve incastrarsi ogni pezzo del puzzle, almeno per quanto mi riguarda. Il percorso, il processo, ha tanto valore e ti permette di contemplare ancor di più la destinazione. Allenarmi duramente mi piace e non mi crea particolare fatica, ma fare la dieta, stare lontano da casa, essere spesso da solo in una stanza di un centro sportivo sono le cose che più soffro e ho sofferto nel corso della mia vita d’atleta. Sono fermamente convinto che la differenza l’abbia fatta il mio voler vincere a tutti i costi quella medaglia. Ho sognato Tokyo e quella medaglia più di ogni altra persona e questo mi ha permesso di affrontare la gara con grande fiducia e ottimismo.

Sono davvero tante le persone da dover ringraziare. In primis vorrei e dovrei ringraziare me stesso per tutta la passione e la fatica che ho messo per raggiungere il mio sogno. I  carabinieri, ma anche i miei genitori, che hanno letteralmente investito tutto per permettermi di realizzare questo sogno, il NOSTRO sogno. Poi ovviamente voglio ringraziare il Presidente, la Fita e tutti i suoi membri, il mio maestro Baglivo (che mi ha cresciuto), lo staff tecnico, ma soprattutto il mio coach Nolano con cui ho un’intesa fantastica e con cui ho vinto la medaglia in prima persona.

La medaglia non mi ha cambiato la vita. Sono il solito Vito, molto determinato nel raggiungimento di obiettivi sempre più ambiziosi. All’inizio ero un po’ frastornato perché poco avvezzo ad eventi, interviste, foto, ecc. Ora sono finalmente tornato sul pezzo.

Non credo che ci possa essere quel problema, ho ancora tanto da vincere per raggiungere il mio sogno di essere un grande campione. Il mio palmares è ancora scarno ed io sono ancora giovane”.

 

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