di Valentina Vezzali *
Il ruolo del giornalismo sportivo è quello di raccontare i successi dello Sport, prima di tutto italiano, ma anche di rendere fruibili gli eventi internazionali, celebrandone i successi e facendo cronaca di vicende meno propizie.
In quest’anno di particolare sofferenza per il nostro Paese, si é rivelato di primaria importanza perché ci ha raccontato, durante il lock down imposto dalla pandemia, le competizioni olimpiche di Tokyo e Pechino, la conquista degli europei di calcio e di volley e tutte quelle gare nelle quali gli atleti azzurri, con grande resilienza, hanno centrato risultati insperati, superando non poche avversità e interpretato la voglia di vincere di tutti gli italiani.
Questa costanza di impegno e la passione che contraddistingue il giornalismo sportivo, ci hanno aiutato a fissare nella memoria con immagini e descrizioni coinvolgenti i successi, consegnandoli alla storia.
Un esempio di questo giornalismo è Giampiero Galeazzi che per anni è stato voce e interprete dello sport italiano ai più alti livelli, e che ci ha lasciati lo scorso novembre.
Un uomo che ha trovato nella cronaca la sua dimensione e che, come pochi, ha saputo caratterizzarla.
Il racconto sportivo è prezioso anche per chi, come me, è impegnato nella dimensione di Governo dello sport e vuole far conoscere le straordinarie opportunità che offre questa fase di ripartenza, come quella rappresentata dal PNRR che vede già stanziate risorse destinate al sostegno, potenziamento e promozione del settore sportivo.
L’impegno è quello di portare a termine il programma denominato “Sport e inclusione sociale” che, grazie ai 700 milioni di euro stanziati dalla Commissione Europea, intende favorire il recupero delle aree urbane partendo dagli impianti sportivi e promuovendo l’inclusione e l’integrazione sociale, con particolare attenzione alle zone urbane degradate e alle persone svantaggiate.
Non meno importante la promozione del valore dello sport nell’educazione dei giovani. Per questo l’inserimento dell’insegnante di scienze motorie a partire dalla scuola primaria, è un traguardo importante che riconosce allo sport, dopo più di 60 anni, un ruolo centrale nella formazione della persona, a partire dalla più giovane età.
Auspico che prima della fine della legislatura possa essere approvata anche la proposta, oggi in esame al Senato, che darebbe allo sport dignità, modificando l’art. 32 della Costituzione.
Le occasioni che il giornalismo sportivo avrà a breve per mettersi alla prova sono diverse e, prima fra tutte, le qualificazioni ai mondiali di calcio e, poi, i giochi Olimpici invernali di Milano Cortina 2026.
Tutti momenti, questi, per dimostrare il nostro impegno e la nostra competitività e la voglia di lavorare affinché questi eventi abbiano il successo che il nostro Paese merita.
Ho sempre pensato che lo sport dovesse essere per tutti e la sua pratica diffusa su tutto il territorio nazionale, superando il divario infrastrutturale esistente, perché dalla pratica sportiva possono nascere opportunità.
Raccontare le paralimpiadi o l’accoglienza dei profughi dell’Ucraina da parte delle federazioni sportive italiane dimostra che la famiglia dello sport è estremamente generosa e capace di esprimere quella solidarietà che ci aiuta a rendere concreto l’impegno.
Per chi come me ha dedicato tutta la sua vita allo sport, leggere la definizione che ha dato il Presidente Mattarella di questa esperienza, è toccante e per questo la ripropongo: “Chi si impegna per lo sport, chi lo diffonde, aiuta l’intero Paese poiché lo sport è una leva di grande efficacia sul piano sociale, culturale, educativo, con rilevanti ricadute economiche”.
Il futuro dello sport è nelle nostre mani e ciascuno, con la propria specificità, ha il compito di promuoverlo e onorarlo.
* Sottosegretario Consiglio dei Ministri con delega allo Sport