Luigi Busà, oro nel Karate alle Olimpiadi di Tokyo 2020, racconta in esclusiva per i lettori di AnnuarioMediaSport.it le emozioni provate alla rassegna a 5 cerchi.
“L’Olimpiade non è entrata solo nel mio cuore ma anche nella mia anima.
Una grande soddisfazione per me e anche per la mia famiglia e mio papà. Questa è la prima medaglia che non ho tenuto solo per me, ma la ho condivisa con tutto il mondo del karate, con tutti i tecnici e gli ex atleti che non hanno avuto l’opportunità di combattere per questo sogno.
Io sono stato un privilegiato e ho avuto l’onore e la responsabilità di rappresentare il Karate Italiano alle Olimpiadi e ho fatto più che bene, realizzando inoltre il mio più grande sogno.
Voglio anche che tutto il Karate Italiano possa salire sul mio carro, il carro del vincitore.
A mente fredda la differenza l’ha fatta la voglia di non mollare. In questo percorso ho lasciato alle mie spalle cose molto importanti ma non mi pento di nulla, anzi.
Molte sofferenze, molte fatiche ma anche tanto divertimento, considerando che salgo sui tatami importanti dal 2002, io ci ho sempre creduto.
Lo staff che mi sono creato è stato fondamentale e ora ognuno di loro è parte di questo successo.
Nello staff medico ad esempio Angelo Angi è stato fondamentale, una persona che oltre ad avermi curato mi ha insegnato la prevenzione e questa è stata un arma in più. Anche il CS Carabinieri è stato importante grazie al grande aiuto di Yuri Schiavoni che mi è stato sempre vicino ed è diventato un fratello maggiore.
La Nazionale con tutti i suoi componenti è parte di questo risultato, in particolare Claudio Guazzaroni che mi segue dal 2003 e con lui accanto avevo una sicurezza in più. Lui è l’artefice di questo risultato, mi ha fatto vincere quella medaglia grazie alla sua esperienza e alle sue qualità di motivatore.
Adesso a 35 anni, mi sto allenando con più spensieratezza e sto rigenerando il mio fisico a livello articolare e muscolare per ripartire con tranquillità e caparbietà”.