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di Carlo Bartoli *

Il giornalismo sportivo è una parte rilevante della nostra professione e svolge un ruolo che va anche oltre le semplici cronache ed analisi dei fatti inerenti lo sport. Esso rappresenta uno dei settori più popolari, rivolgendosi ad un pubblico vasto ed eterogeno, che cerca svago e divertimento seguendo gli eventi sportivi di grande risonanza così come quelli minori. Ebbene, proprio perché entra nelle case di tutti, il giornalismo sportivo deve continuare ad essere esempio di correttezza ed equilibrio sia nel linguaggio che nel pluralismo dell’offerta informativa.
Nel linguaggio perché in una telecronaca, così come in un racconto di un determinato episodio o situazione, può sempre nascondersi l’insidia di scivolare verso la narrazione emotiva, con il pericolo che, al di là delle intenzioni del giornalista, si vada incontro a quei settori “più caldi” del pubblico e dei lettori. Nell’informazione online questo rischio è più forte per la pressione degli editori ad accumulare il maggior numero di click. Allo stesso modo nell’ecosistema digitale ci sono schiere di maleducati e malintenzionati che non fanno altro che cercare pretesti per aizzare gli animi e scatenarsi contro un preda, spesso scelta fra le categorie più deboli. Per questo il giornalismo deve fare da esempio.
Quando faccio riferimento al pluralismo nel giornalismo sportivo mi riferisco, invece, alla necessità di non far sparire gli sport cosiddetti “minori”. Le decisioni, ovvio, non riguardano i giornalisti, ma le scelte editoriali e le logiche di mercato. E tuttavia il nostro ruolo può essere determinante nel favorire un’attenzione costante ai numerosi sport che si praticano intorno a noi e che sono meno “illuminati” dai media. Riuscire a porre attenzione sulle tante avvincenti storie di coraggio, impegno e passione che si trovano negli sport meno conosciuti è un punto di onore per la nostra professione ed un contributo anche far crescere l’attività sportiva in Italia, incentivando quei tanti che non vogliono essere solo spettatori.
Il ruolo dell’USSI è quindi rilevante sia nel suggerire una traiettoria di equilibrio nel giornalismo sportivo, che nell’esercitare una vigilanza sull’esercizio della professione. La domanda di informazione cresce e i canali di informazione si moltiplicano. I giornalisti sportivi sono chiamati a svolgere, con orgoglio, il compito di raccontare con cura ed attenzione un Paese che, nello sport come i tanti altri campi, ha tanto da dire.

* Presidente Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti

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