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Gabriele Rossetti, campione olimpico nello Skeet, parla di temi importanti come la famiglia, il progetto Scuola della Federazione Italiana Tiro a Volo e dello Sport come palestra di vita.
“FAMIGLIA – Respiro e vivo lo sport da quando sono nato. Tre anni prima del mio debutto in questa vita (7 marzo 1995) mio padre Bruno vinse la medaglia di bronzo nello Skeet alle Olimpiadi di Barcellona 1992. Sono cresciuto con il suo esempio e da lui ho imparato tutto quello che mi è servito per arrivare ai grandi risultati che ho centrato in questi anni, fino all’oro delle Olimpiadi di Rio del 2016.

Ho avuto la grande fortuna di poter condividere con lui ogni passo della mia carriera sportiva, facendo tesoro di ogni sua indicazione. Oggi che devo “camminare” da solo, userò tutti i suoi consigli per mantenere la rotta

PALESTRA DI VITA – Considero lo sport come una eccezionale palestra di vita nella quale si acquisiscono valori assoluti ed universali: il rispetto delle regole, il non farsi allettare dalle scorciatoie, l’impegnarsi e sacrificarsi per arrivare al risultato desiderato, il rispetto dell’altro in quando avversario e non nemico e tanto altro ancora.

Proprio per questo ritengo che allo sport vada dato più spazio nel percorso formativo e scolastico. Una maggiore cultura sportiva contribuirebbe in maniera determinante al miglioramento del’habitat sociale nel quale viviamo. Ai giovani studenti si dovrebbe mostrare tutto il panorama sportivo nazionale e non solo qualche disciplina tra le più famose.

PROGETTO SCUOLA – La mia Federazione ha sviluppato un “progetto scuola” molto interessante in cui si organizzano incontri con i ragazzi e le ragazze delle superiori ai quali si racconta il Tiro a Volo per bocca dei protagonisti. Anche a me è capito di andare in alcuni istituti e parlare della mia esperienza, di come lo sport abbia arricchito la mia vita e delle tante emozioni che ho vissuto. Alcuni dei ragazzi che ho incontrato hanno voluto provare a tirare e abbiamo organizzato un incontro in pedana. E’ stato bello sia per loro sia per me. La stessa esperienza potrebbe essere ripetuta anche con tanti altri sport, dando modo di fare esperienze diverse. I campioni di domani sono nascosti tra gli studenti di oggi, perché farseli scappare?”

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