Ruggero Tita, campione di Vela, parla della sua esperienza formativa, del positivo influsso dello Sport sull’organizzazione mentale e la gestione del tempo e sulla formazione a distanza.
CRESCITA PERSONALE – Quando penso agli anni della scuola non posso in nessun modo slegarli dal mio sport, la vela. Scuola e sport hanno avuto lo stesso valore nella mia formazione anche se i due mondi si sono spesso ignorati, talvolta scontrati, raramente compresi. Lo sport in genere e la vela in particolare penso abbiano influito profondamente sulla mia crescita personale: con lo sport impari a confrontarti lealmente, impari a gestire le tue emozioni e impari la sana competitività. Sulla barca a vela sei solo quindi impari fin da piccolo ad essere autonomo, autosufficiente e ad instaurare col mare e la natura in genere, un rapporto di rispetto e non di sfida.
ORGANIZZAZIONE MENTALE – Praticare sport influisce anche su altri aspetti come la gestione del tempo e l’organizzazione mentale: i tempi che hai a disposizione per lo studio sono limitati dai tempi dedicati a competizioni ed allenamenti e questo ti induce ad organizzarti e a distinguere gli aspetti importanti da quelli marginali.
SCUOLA-SPORT: DUALISMO? – Non sempre la scuola è amica dello sport anche se nel mio caso una scuola superiore sperimentale ed un progetto dell’Università di Trento, mi hanno permesso di portare avanti entrambe le carriere. Alla fine della scuola media ho scelto le superiori con cui volevo proseguire, il liceo scientifico che consideravo adatto a me. Quando presentai il calendario di regate e di allenamenti di quell’anno al consiglio di classe, ebbi un aut aut: o l’attività velica o quel liceo. Cosi, dopo le vacanze di Natale, traslocai alla scuola superiore sperimentale, un liceo che non consideravo, per il suo programma, in linea con le mie aspettative di studio. A posteriori l’ho ampiamente rivalutato oltre che per il programma anche perché ho avuto la possibilità di andare in barca grazie ad uno statuto che prevedeva la possibilità di fare allenamenti e competizioni senza pesanti penalizzazioni.
FORMAZIONE A DISTANZA – Sono purtroppo in numero limitato le istituzioni scolastiche che prevedono questa possibilità, più frequenti all’estero dove il praticare sport è visto con accezione positiva, o comunque gode di maggiore considerazione rispetto all’Italia e dove sono in atto processi di innovazione per integrare nuove metodologie di insegnamento, anche a distanza. Considero un’esperienza positiva quella che mi ha permesso di essere studente dell’Università di Trento dove è in atto il progetto “Top Sport-Dual Career” indirizzato a studenti – atleti di alto livello, che prevede alcune facilitazioni di ordine metodologico, logistico e pratico che permettono di portare a termine il percorso universitario.